Considerazioni

Una caratteristica che accomuna tutte le forme viventi è la mancanza di intenzionalità della loro esistenza.





Quando due cellule germinali si incontrano ha inizio un processo biochimico che porta alla costituzione di un organismo complesso. In questo processo la materia dell'ambiente circostante viene assemblata secondo istruzioni contenute nelle cellule germinali stesse.


Nel caso di noi umani, per quanto ne sappiamo, il processo di costituzione dell'organismo raggiunge l'apice: in noi si sono sviluppate le capacità biologiche di ospitare un processo particolare che chiamiamo pensiero, coscienza, ragionamento che ci permette di riflettere su noi stessi e sul mondo circostante con capacità di comprensione crescenti.


Eppure il nostro corpo è costituito da materia che è stata presa "in prestito" dalla terra. Le cellule che lo compongono nelle varie età non sono le stesse delle età precedenti. Ci nutriamo perché non farlo ci risulta sgradevole e l'eccesso in più o in meno, come la cattiva qualità del cibo, hanno come risultato un degrado dell'organismo che può arrivare a determinare la fine del suo funzionamento. In ogni caso, prima o poi, il prestito di materia verrà restituito e questo ci accomuna al più semplice vegetale.

Quello che viene restituito è però qualche minerale, un po' di acqua e vari composti organici basati sul carbonio. Non viene restituita l'organizzazione di questa materia che permetteva un particolare modo di vivere, agire e pensare. Certo rimarrà qualche traccia per qualche tempo a testimoniare quell'esistenza. Alcune verranno conservate e tramandate perché ritenute degne di tali onori, ma alla fine la natura, in un tempo per noi inimmaginabile, ridurrà tutto in briciole indifferenziate e forse comincerà un'altra storia.


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Fatte queste considerazioni - visto che ci troviamo qui senza che l'abbiamo chiesto e ci tocca andare avanti tra piacere e dispiacere, benessere e dolore, pensieri che ci piacciono ma trovano sempre contraddittori, con la sensazione di un tempo che passa ma non sappiamo cosa sia, se non che provoca in noi cambiamenti che preferiremmo non avvenissero e che alla fine determinerà la nostra dissoluzione, che noi si sia d'accordo oppure no - viene da chiederci se tutto questo ha un senso.

Ma forse il destino dell'individuo importa solo all'individuo e quello che noi consideriamo sensato con tutta probabilità non coincide con la logica dell'universo.

Forse una via di consolazione può essere quella di imparare da tanta indifferenza, dare meno importanza a quel processo illusorio che agisce in noi che chiamiamo desiderio e cercare di comprendere almeno qualche frammento di tale logica.

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